Il Matto

Tarocchi di Oswald Wirth, Il Matto
Il Matto, il Folle, il Misero, il Vagabondo (in francese: Le Mat, Le Fou; in inglese: The Fool, The Foolish Man) : in origine, già dal medioevo, era questo il significato letterale dell'arcano senza numero; lo vediamo raffigurato da Giotto nella Cappella degli Scrovegni ( Padova), nel ciclo dei "Vizi" (contrapposti alle "Virtù"), col titolo di "Stultitia", ovvero La Stoltezza (1). Sorprendente la somiglianza  con gli antichi tarocchi Visconti Sforza.

Perchè la carta ha un nome (il Matto) ma non ha un numero come gli altri ventun arcani?
Osserviamo che è la situazione opposta all'arcano XIII, che ha il numero ma è senza la dicutura del nome (sebbene sappiamo che si tratta dell'arcano della Morte).
Di solito viene collocata al termine delle ventun carte, quindi nella posizione XXII, se non fosse che simbolicamente rappresenta il Nulla, e quindi sarebbe più corretto assegnarle il numero zero.
Quindi XXII o 0 ?
L'ambiguità è fittizia, se si tiene conto che le ventidue carte dei Tarocchi in realtà costituiscono un cerchio piuttosto che una linea, ecco che allora cessa l'ambiguità, in quanto la carta apre e chiude contemporaneamente il cerchio!

Giotto, Cappella degli Scrovegni , la Stultitia
Osserviamo com'è vestito il matto, così come è disegnato nei tarocchi di Oswald Wirth: indossa una foggia multicolore, ad indicare le mille influenze a cui è soggetto.Il suo viso guarda in alto, la testa tra le nuvole, quindi non guarda dove va, ma è perso nelle sue illusioni. Anche il bastone sembra trascinato: non è come il bastone dell'Eremita (arcano XII) che gli serve per procedere con cautela. Inoltre si porta dietro un sacco, un fardello pieno di sciocchezze.
Infine una lince bianca (si dice che l'occhio di lince è penetrante) anzichè aiutarlo a ritrovare la ragione, lo umilia facendogli cadere le calze e spingendolo più velocemente verso il baratro (l'orizzonte con l'obelisco caduto e il coccodrillo).
Un dettaglio positivo: il tulipano rosso porpora, tra i primi fiori a sbocciare in primavera, quindi indica, superata la stoltezza, la speranza ad una  nuova vita (e in senso spirituale: la nuova nascita - in ispirito, come Gesù parla nel Vangelo di Giovanni).
Altro dettaglio positivo: indossa una cintura d'oro, un oggetto prezioso che contrasta col resto del suo misero abbigliamento. La forma è circolare: è l'Oroboro (il serpente che si morde la coda), è l'Allume degli alchimisti (il sale principio degli altri sali, il cui simbolo è un cerchio), è lo Zero (ancora un cerchio). E' dalla cintura che si capisce che esotericamente rappresenta il Nulla.

Tarocchi Visconti - Sforza, Il Matto
Psicologicamente è quindi la persona che subisce tutte le influenze, è passivo, non sa dove va, incoscente, irrazionale, irresponsabile.
Si direbbe che è una nullità, che è fuori dal mondo, ma è proprio questo ad essere importante perchè, come anticipato, esotericamente rappresenta il Nulla, il Non Manifestato, la notte di Brahman (il giorno è invece la Manifestazione), ovvero tutto quello che sta al di fuori della Manifestazione, l'abisso dei miti cosmologici primitivi, tutto quello che è fuori tra l'Uno - l'Alef (arcano I) e il Tutto - il Mondo - il Tau (arcano XXI). Il Nulla all'opposto del Tutto-Uno.

Fonte :
 - Oswald Wirth, i Tarocchi, Ed.Mediterranee

Note :
(1) Stoltezza (Giotto), http://it.wikipedia.org/wiki/Stoltezza_(Giotto)

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