Descrivere l'invisibile


Narra una leggenda nordica:
"I taglialegna nelle foreste di pini, abeti e larici del Nord erano soliti lavorare in solitudine quando abbattevano e sfrondavano alberi con la loro accetta. E bevevano, naturalmente, nelle brevi giornate di bianco gelo: caffè, schnaps.. E a volte appariva Huldra.
Huldra era una creatura di squisita bellezza, delicata, ammaliante e irresistibile. Capitava che, al vederla, un taglialegna lasciasse cadere l'accetta e si mettesse a seguire il richiamo del suo sorriso, addentrandosi nel folto della foresta. Non appena le arrivava vicino, Huldra gli voltava le spalle.. e svaniva. Distolto il viso sorridente , non c'era più nulla: la creatura non aveva un dietro, oppure la sua schiena era invisibile.
E il taglialegna, attirato troppo addentro la foresta, incapace di ritrovare i segni familiari per ritornare alla radura, perdeva l'orientamento e moriva congelato."

La teoria della Ghianda postula l'esistenza della Ghianda, assegnata a ciascuno di noi. Ma dove si trova questa ghianda ? Appartiene alla realtà invisibile naturalmente, quindi è inutile cercarla in questa o in quell'altra parte del corpo. In passato molti avevano provato a localizzare l'anima, senza successo.
Essendo invisibile, occorre prima descrivere cos'è l'imvisibile ovvero comprendere la natura dell'invisibilità.

Il mito sopra raccontato è citato dallo psicologo James Hillman per spiegare l'immaterialità del mito ovvero per descrivere il passaggio dal visibile all'invisibile (curioso: per capire i miti si racconta un mito!).
Il mito ha sempre un piede nel reale visibile (i sogni degli uomini primitivi, il tentativo di spiegare il cosmo, le visioni sciamaniche, le favole delle nonne ai bambini per farli addormentare) anche se non è legato a nessun fatto o data reale, è per sua natura, senza luogo e senza tempo.

Per usare le parole dello psicologo: "I miti scivolano nell'invisibile. Mostrano un viso ammaliatore, ma ciò che hanno dietro, quando li scrutiamo da vicino, svanisce. Non c'è più niente. Siamo smarriti nella foresta.".
Il mito è quindi un ponte, un ponte tra visibile e l'invisibile.
Non è l'unico. Secondo lo psicologo, altri ponti sono la matematica (le equazioni) e la musica (uno spartito musicale). Ci sarebbe anche il misticismo, tuttavia essi fanno concidere il visibile con l'invisibile, sapendo che non c'è differenza (l'invisibile è il supporto del visibile) e quindi non è possibile considerarlo un ponte.

Così come il mito di Huldra che ammalia, anche le formule matematiche, ad esempio quelle della fisica che cercano di riassumere le equazioni dei quattro campi fondamentali dell'universo (quando non si troverà la sola, quella unificante), hanno una bellezza che affascina. Ma dietro cosa c'è ? Forse la schiena invisibile di Huldra.
Ma l'invisibile è ovunque nel nostro quotidiano. Forse non si spende una vita per un ideale ? E cos'è un "ideale", non è forse invisibile ?  Sono visibili i "valori della famiglia" ? La felicità è visibile ? Per non parlare del Successo, Carriera, Consumismo, Economia. Se fossimo stati nell'antica grecia potevano diventare delle divinità, data la loro natura invisibile. Intere nazioni sono dominate dall'Economia, l'unione europea soffoca i suoi cittadini dandosi regole astratte di Economia, pareggio di bilancio, quote latte, ma se ci pensate appartiene tutto alla realtà invisibile.

Per concludere: "Forse Huldra, che svanisce confondendosi con la foresta è il mito personificato, la verità di fondo del mito catturata in un unica immagine poetica."


Fonte:
 - James Hillman, "Il Codice dell'Anima", Adelphi ed.

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